I messaggeri di morte chiamati "Pippo"

di Asola Segreta  

 

I nostri nonni e le nostre nonne li ricordano con un nome quasi simpatico: i Pippo. Ma dietro questa parola apparentemente innocua si nasconde il terrore degli anni più drammatici della Seconda guerra mondiale e costituisce una delle più grandi testimonianze di storia orale arrivate fino a noi.

Venivano indicate con il termine Pippo le incursioni aeree, di norma notturne e a bassa quota di aerei nel nord Italia sul finire del secondo conflitto mondiale, che presto diventarono l’incubo delle popolazioni civili. I modelli esatti utilizzati sono ancora fonte di incertezze anche da parte della storiografia ufficiale, ma i sospetti cadono maggiormente su aerei britannici della Royal Air Force (Raf) come i “de Havilland DH.98 Mosquito” o i “Bristol Type 156 Beaufighter”.

Manifesto nel comune di Gonzaga (Mn)
Manifesto nel comune di Gonzaga (Mn)

Anche la reale origine del soprannome è controversa: forse un riferimento alla sua nazionalità oppure al caratteristico ronzio che producevano questi messaggeri di morte. Al primo rumore dal cielo le persone si rinchiudevano in casa e spegnevano  la luce al grido di “arriva Pippo”. 

Ma quali erano gli obiettivi dei Pippo nell’alto mantovano, che a quel tempo era una zona sostanzialmente agricola? I bersagli erano principalmente ponti e ferrovie. Numerosissimi sono stati ad esempio gli attacchi alleati al ponte sull’Oglio tra Canneto e Piadena. Furono attaccate anche le linee ferroviarie, come ad esempio le bombe sganciate senza successo per distruggere la linea ferroviaria in località Cacciabella di Asola, tanto da spingere il commissario prefettizio Vergani nel Novembre 1944 a sgombrare i quartieri vicino alla stazione. Sempre nell’asolano ricordiamo la presenza di un rifugio antiaereo situato tra via Beffa Negrini e via Santa Maria.

Dettagli dei principali bombardamenti nell’alto mantovano durante “l’autunno nero” del 1944
Dettagli dei principali bombardamenti nell’alto mantovano durante “l’autunno nero” del 1944

Conseguenti alla natura agricola del nostro territorio, altre operazioni strategiche erano le incursioni nelle campagne o nelle immediate vicinanze dei paesi. E infatti numerose furono quelle compiute contro la produzione agricola cercando di incutere la paura nelle azioni quotidiane dei contadini, sempre con il fine di distruggere il “fronte interno” e minare la fiducia dei civili nella capacità di controllo della Repubblica Sociale Italiana sul territorio. Nemmeno il sacro dava un rifugio: il 26 Dicembre 1944 (Santo Stefano) suonavano gli allarmi anti aerei ad Asola, mentre sempre quell’anno a Castel Goffredo l’oratorio di San Michele in frazione Zecchini subiva i bombardamenti alleati.

Il bombardamento alleato su Reggio Emilia, gennaio 1944
Il bombardamento alleato su Reggio Emilia, gennaio 1944

Durante tutta la guerra ad Asola vi furono 38 bombardamenti, che causarono 7 feriti tra i civili e 3 tra i militari. Maglia nera per le vittime nel mantovano andò a Canneto sull’Oglio con 10 morti e Castiglione delle Stiviere con 7 morti.

Una delle più grandi stragi rimaste nella cronaca, avvenne proprio al confine con l'alto mantovano tra Carpenedolo e Montichiari, in Località Trivellini. Era il 15 Settembre del 1944 quando intorno a mezzogiorno un aereo mitragliò con ripetute volate un vecchio tram carico di civili sulla linea tranviaria Brescia - Carpenedolo, causando la morte di 17 persone. Viene ancora oggi ricordato come l’eccidio di Trivellini e dal 1999 una lapide è stata posta a ricordo delle vittime. 

Linea del tram che passava da Montichiari
Linea del tram che passava da Montichiari

La strategia degli alleati si rivelò efficace, tanto che nel luglio del 1944 la questura di Mantova descriveva «completamente scosso lo spirito pubblico, in questa nostra popolazione, sana gente dei campi, durante la scorsa settimana. La furia terroristica e distruttrice del nemico si è abbattuta un po’ dovunque, seminando strage e lutto».

(Articolo di Nicola Nardi - Asola Segreta)

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